Tratta degli esseri umani

Pubblichiamo i passaggi salienti del discorso del Vescovo Claudio nella Giornata Internazionale di riflessione e di preghiera per le vittime della tratta (Padova, 8 febbraio 2022)

Nel racconto del Buon Samaritano del Vangelo di Luca, il viandante che scendeva da Gerusalemme a Gerico rappresenta, per noi oggi, l’umanità. È la nostra umanità di uomini e donne che subiscono fame, povertà, oppressioni, guerre, violazioni dei diritti umani, umiliazioni, schiavitù, tratta di persone.
Quella delle vittime della tratta è un’umanità ferita. Ferita è anche l’umanità dei loro aguzzini. Ferita è l’umanità di ciascuno di noi, non indifferenti dinanzi ai soprusi e alla violenza.

Le vittime sono donne, uomini, bambini, violentati nella loro umanità e nei loro diritti inviolabili, attraverso lo sfruttamento della prostituzione, il lavoro forzato, la schiavitù, l’asservimento, il prelievo di organi, l’accattonaggio, la servitù domestica, la vendita di spose bambine, ed altre forme che ledono la loro dignità.
Le vittime sottoposte alla tratta sono coartate con la forza, la minaccia, il rapimento, la frode, l’inganno. Si trovano in una posizione di vulnerabilità, e oggetto di abuso di potere.
È un’umanità calpestata, ferita, lungo la strada della vita.

Gli aguzzini, i trafficanti di carne umana, esercitano poteri corrispondenti a quelli del diritto di proprietà, ed agiscono con il fine di sfruttare le persone contro la loro volontà.
I trafficanti considerano gli esseri umani come merci da vendere, acquistare e assoggettare. Negano alle loro vittime il bene giuridico primario che è la libertà.
Riducono la vittima nella condizione di schiavitù o di servitù. Esercitano una sorta di “diritto di signoria”, lo ius dominicale, riducendo la soggettività in oggettività, la persona in cosa.
L’umanità ferita è il frutto della loro umanità ferita.
Si credono “signori” degli altri.
Ma solo il Signore nostro Dio è il Signore della vita!

Infine ci siamo noi, qui perché vogliamo che la situazione cambi, consapevoli che la dignità calpestata calpesta la nostra stessa dignità.
Siamo qui perché proviamo vergogna, la vergogna del giusto davanti alla colpa commessa da altri. Siamo sdegnati che la tratta degli esseri umani sia stata introdotta nel mondo delle cose che esistono.
Sdegnati, oranti, responsabili, pronti per quell’etica della responsabilità, che ci spinge ad agire per rendere migliore il nostro mondo.

La figura del Buon Samaritano è centrale nell’enciclica «Fratelli Tutti» di Papa Francesco. Troviamo scritto: «Questa parabola è un’icona illuminante, capace di mettere in evidenza l’opzione di fondo che abbiamo bisogno di compiere per ricostruire questo mondo che ci dà pena. Davanti a tanto dolore, a tante ferite, l’unica via di uscita è essere come il Buon Samaritano».