Messa nella “Tredicina” di Sant’Antonio

Nella domenica prima della Festa (domenica 9 giugno 2024) è tradizione oramai che il Santuario si animi di mille colori e di mille idiomi diversi con la Celebrazione dedicata ai Migrantes (ore 12.15), presieduta da don Gianromano Gnesotto, responsabile dell’Ufficio Diocesano Migrantes. «Il maligno è il divisore, colui che divide, fomenta discordia, rabbia, anche odio. Il Signore è Colui che unisce: Gesù Cristo abbatte i muri di separazione, è la nostra pace, il Dio che indica come beati gli operatori di unità e pace – ha predicato don Gnesotto nella sua Omelia -. La parola di Dio si concretizza con la nostra presenza di migranti che provengono da tanti continenti, da diversi contesti culturali e sociali, convocati nel giorno del Signore in questo luogo Santo segnato dalla presenza di Sant’Antonio. Rappresentiamo tanti popoli che sulle strade del mondo si spostano, emigrano e che sanno lodare il Signore in lingue diverse, ma Uniti in un’unica invocazione. In questo contesto Sant’Antonio è a noi particolarmente vicino, non solo perché lui stesso è stato immigrato, accolto dai pescatori dopo il naufragio sulle coste siciliane, ma specialmente perché con la sua lingua richiamava il valore dell’accoglienza, con la sua opera era promotore di giustizia e di pace. Con la sua vita si è schierato personalmente a protezione dei diritti inviolabili delle persone, specie dei più deboli».

La liturgia presieduta da don Gianromano Gnesotto con undici concelebranti, ciascuno cappellano di una comunità etnica presente nella Diocesi di Padova, è stata officiata in tante lingue diverse: la prima Lettura in francese; il Salmo responsoriale in inglese, cinese, croato e polacco; la seconda Lettura in spagnolo; le preghiere dei fedeli sono state lette in lingua tagalog, singalese, malayalam, croata, ucraina, inglese, rumena.

La preghiera del Padre Nostro è stata recitata tutti insieme, ognuno nella propria lingua, come per una nuova Pentecoste.

Cristina Sartori

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