Meno sbarchi, meno irregolari, più domande d’asilo, più cittadinanze e residenze ottenute; in crescita i ragazzi stranieri senza cittadinanza; diminuiscono gli irregolari e i migranti arrivati dal mare.
È quanto emerge dal 30mo Rapporto Immigrazione della Fondazione ISMU.
Cambiamenti e nuove generazioni
Al 1° gennaio 2024 erano 5 milioni 755mila gli stranieri presenti in Italia, 20mila in meno rispetto alla stessa data del 2023.
Alle prime generazioni di immigrati si sono aggiunte sia le seconde generazioni che le terze, rappresentate da bambini, ragazzi e adolescenti. Le lentezze del sistema italiano che richiede tempi lunghi per completare il percorso di naturalizzazione (fino a 15-16 anni) e una legge, la 91 del 1992 pensata in un’epoca storica completamente diversa, non hanno impedito la concessione della cittadinanza a quasi due milioni di “nuovi italiani”.
In tale contesto, la sfida oggi si sposta su un altro dato: sono infatti 914.860 gli alunni con cittadinanza non italiana, nati all’estero e nati in Italia, pari all’11,2% del totale degli iscritti nelle scuole italiane.
In cosa credono gli stranieri
La maggioranza della popolazione straniera residente in Italia è di religione cristiana, con la percentuale del 53%. Gli immigrati ortodossi, tra cui è compresa la maggior parte degli ucraini, si attestano al 29,1%. I cattolici al 17%. Gli evangelici sono al 2,8%, mentre gli altri cristiani rimangono sostanzialmente invariati (4,1%). I musulmani rappresentano il 29,8% (circa 1,6 milioni) degli stranieri immigrati, seguiti a grande distanza da buddisti (3,3%), induisti (2,1%) e appartenenti ad altre religioni (2,1%). Gli atei o agnostici sono, invece, il 9,7%.