“Abbiamo bisogno di migranti per vivere: li chiedono l’impresa, la famiglia, la società. Non seminiamo di ostacoli, con un’ombra punitiva, il loro percorso nel nostro Paese!”. È l’appello del card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, introducendo i lavori dell’Assemblea dei vescovi italiani (22-25 maggio).
“L’accoglienza della vita nascente si accompagna alle porte chiuse a rifugiati e migranti”, l’analisi del cardinale. Continua: “È la triste società della paura. Chiudere le porte a chi bussa è, alla fine, nella stessa logica di chi non fa spazio alla vita nella propria casa”.
Poi il riferimento alle condizioni concrete dei migranti nel nostro Paese: “C’è un livello di difficoltà burocratica che rende difficile il percorso d’inserimento, i ricongiungimenti familiari, il tempo lungo per ottenere i permessi di soggiorno, mentre si trascurano i riconoscimenti dei titoli di studio degli immigrati (che pure sono un valore per la nazione) o ancora si rimanda una decisione sullo ius culturae. Intanto la regolarizzazione del 2020 attende in parte di essere ancora espletata”.
“Non è dare sicurezza, anzi esprime la nostra insicurezza” ha denunciato Zuppi.